ORIGINE ED EVOLUZIONE DELLO STATO SOCIALE
Essere cittadini oggi significa poter godere di diversi
diritti, tra cui quello al costruirsi una vita dignitosa: lo Stato infatti
riconosce dei termini minimi sotto i quali non bisogna sedere, che rendono una
vita buona. Essere cittadini significa godere di diritti per il semplice fatto
di essere cittadini, e tali diritti prendono il nome di diritti di
cittadinanza. L'idea di cittadinanza nacque in Inghilterra, durante il XVIII
secolo, quando ai cittadini vennero riconosciuti i primi diritti civili, cioè
quelli relativi alla vita individuale, come la libertà di parola, di pensiero,
di religione, di stampa, di associazione, ecc. Successivamente, durante il XIX
secolo ad essi vennero aggiunti i diritti politici, ovvero il diritto al voto,
di eleggibilità, di partecipazione all'esercizio del potere; inoltre con il XX
scolo vennero integrati anche il diritto a livelli di reddito e d'istruzione. Questo
insieme di diritti garantisce ai cittadini una soglia minima di benessere e
sono chiamati, nel loro insieme, diritti sociali. Tutti gli interventi che lo
stato mette in atto per garantire i diritti sociali, prendono il nome di Welfare
State; per definizione il Walfare State è uno stato che si assume il compito di
garantire uno stato di benessere minimo per gli individui.
Dopo l'Inghilterra,
il Welfare si diffuse in diversi paesi, e sotto varie forme, particolarmente si
diffuse in Europa, dove questo sistema rappresenta un caposaldo
dell'istituzione di quasi tutti gli stati, anche dal punto di vista culturale.
Particolarmente fiorente, fu il periodo intorno al 1970, caratterizzato da una
forte innovazione dopo il dopoguerra. Infatti, l'aumento del consumo di beni,
portò enormi risorse fiscali che consentirono il mantenimento del welfare; di
conseguenza, infatti, vennero attuati molti provvedimenti in campo
previdenziale, assistenziale e sanitario.
Nonostante i grandissimi benefici che può portare lo stato
sociale, esso ha anche dei difetti, che iniziarono a palesarsi durante gli anni
'80 e '90. Le ragioni della sua crisi riguardarono problemi finanziari, di
organizzazione e di legittimità; infatti, una società non può avere sempre le
risorse necessarie per garantire ai suoi membri una protezione sociale
complessiva, soprattutto se è molto complessa. Infatti, una società molto
estesa tende alla burocratizzazione per forza di cosa, questo però non fa altro
che aumentare le esse dello Stato sociale. In seguito alla diffusione della
consapevolezza di queste problematiche, si è diffusa la consapevolezza dei
limiti del welfare e per questo si sta dimostrando sempre più difficile
dimostrarne la legittimità.
Le problematiche di cui si è appena parlato portarono le
società Occidentali a dover riorganizzare l'organizzazione dello Stato sociale:
in particolare, nel 2008, venne rinnovato il sistema economico finanziario
della distribuzione dei beni, per coinvolgere più ambiti.
Se prima, nel momento di un infortunio il welfare interveniva con un indennizzo, in modo riparatorio, oggi viene richiesto l'autonomizzazione della persona, ovvero che impari da sola a ovviare ai suoi problemi (ed essa viene messa nelle condizioni per farlo). Questo fenomeno viene detto welfare attivo. Questo risulta molto innovativo, come ha fatto notare il premio Nobel per l'economia Sen, poiché da una nuova definizione alla povertà, ovvero la mancanza di mezzi di per ottenere il riscatto sociale; pertanto offre delle potenziali nuove soluzioni ad essa. È bene osservare però, che queste tecniche sono strettamente collegata alla volontà individuale, dunque non hanno efficacia garantita completamente. Se però dovesse funzionare, ne beneficerebbe sia il sistema che alla persona stessa, aumentando le sue capabilities.
Uno dei modi concreti con i quali agisce il welfare state è la previdenza sociale, ovvero l'emanazione di misure riparatorie in caso di infortunio o situazioni, e di prevenzione nei confronti delle stesse. La più nota forma di previdenza sociale è la pensione, che fu introdotta abbastanza di recente. Nei vari regimi, l'accesso alla provvidenza è regolato in maniere differenti: un esempio può essere l'autofinanziamento da parte del lavoratore, versando periodicamente una quota allo Stato; oppure può accadere che il versamento di tale quota sia affidato alle assicurazioni. In alcuni stati, questi provvedimenti riguardano anche cittadini che si ritrovano in situazioni di povertà, di emigrazione o di devianza, ovvero tutte quelle persone che si trovano in una situazione di svantaggio nel condurre la loro vita. Parallelamente possono occuparsi di ovviare a situazioni che potrebbero mettere in grave pericolo l'ordine pubblico, come situazioni di criminalità. L'assistenza sociale funziona grazie alla creazione di servizi atti alla cura della persona, che possono recarsi ai consultori o centri minorili.
L'assistenza sanitaria consiste nel finanziamento di
strutture ospedaliere e nell'erogazione di cure per la persona, e anche questa
è una tipologia di servizio offerto dal welfare.
Anche la maternità viene considerata come condizione da
tutelare, e pertanto rientra nelle condizioni del welfare; essa viene
supportata tramite un intervento parziale: diminuzione dei rari lavorativi e
assistenza sanitaria gratuita. Inoltre, vengono forniti servizi sociali per le
persone in maternità, come per esempio consultori familiari.
Il sistema previdenziale italiano rappresenta il 60% delle
spese sociali dello Stato, ma tuttavia non opera un'efficace redistribuzione
del reddito nazionale, poiché le modalità in cui questi servizi sono stati
proposti rimane minima; fondamentalmente il sistema pensionistico resta molto
incentrato sull'occupazione, ovvero per chi svolge un'attività pubblica.
Nel 1978 è stata introdotta una riforma che preponeva uguali
condizioni di accesso ai servizi sanitari, indipendentemente dalla condizione
economica e sociale delle persone. Esso stabilisce i livelli essenziali di
sanità, mentre per i livelli più avanzati ciascuno concorre alle proprie spese
in base al reddito.
La scuola non appartiene allo stato sciale, ma può essere
considerato un ottimo strumento per il welfare, poiché riduce l'analfabetismo.
Nonostante questo, l'istruzione presenta un'ampia serie di problematiche.
In primo luogo, i servizi per la prima infanzia sono completamente a carico dei contribuenti, e spesso non sono presenti abbastanza posti per garantire il servizio a tutti. In secondo luogo, la scuola di massa, finisce per adottare procedure standardizzate ed impersonali, con il conseguente abbassamento degli standard qualitativi. Inoltre, nel nostro paese, la spesa pubblica per l'istruzione è andata progressivamente calando: dunque, si investe molto poco sul futuro degli studenti e sulla ricerca.
A fronte delle problematiche organizzative caratteristiche
del welfare, si sta introducendo una nuova forma di stato sociale: al terzo
settore, che si prepone di ovviare alle gravi difficoltà sociali e di dare
risposta alle nuove esigenze sorte negli anni. Queste iniziative, è bene
notare, che oltre dallo Stato, provengono anche dai privati: strutture per il
tempo libero, spedali privati, asili nido, ecc. In generale, il settore terzo,
propone l'erogazione di servizi di pubblica utilità, con lo scopo della
solidarietà e non del pronto: consiste dunque in un punto intermedio fra lo
Stato e il privato, e la sua importanza sta proprio in questo.
Tra le più importanti organizzazioni di questo tipo,
troviamo quelle di volontariato, che forniscono servizi di varia natura in via
gratuita, e di assistenza familiare di mutuo aiuto domestico. Inoltre,
ultimamente sono state introdotte le cooperative sociali, realtà sociali
deputate alla promozione sociale e all'integrazione sociali; possiamo ricordare
anche gli enti religiosi, che si occupano di beneficienza. Le fondazioni
bancarie, introdotte negli anni '90, hanno inventato l'obbiettivo di perseguire
valori collettivi e finalità di utilità generale; simile lavoro è compiuto
dalle fondazioni di tipo imprenditoriale.
È necessario ricordare, inoltre, le associazioni Onlus,
ossia associazioni che godono di un particolare regime fiscale. Hanno scopo non
lucrativo e operano in campi di assistenza sociale e sanitaria, nella
beneficienza, nella formazione, nello sport, nella cultura, a tutela dei
diritti e nell'ambito della ricerca scientifica. Fortunatamente sono molto
diffuse nel mondo.
Nonostante i vantaggi che il terzo settore può comportare,
esso presenta anche dei limiti. Il principale è la pianificazione: potrebbero
nascere delle organizzazioni non veramente utili, o con molte lacune. Infatti
non esiste un vero e proprio controllo della qualità delle prestazioni erogate.
Inoltre vi è un problema di autonomia del privato sociale dal potere politico:
lo Stato potrebbe non essere sempre in grado di finanziare questi enti.
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