PEDAGOGIA: Johann Heinrich Pestalozzi

GLI ESORDI 

Johann Heinrich Pestalozzi visse nella Svizzera tedesca nel periodo compreso tra età dei lumi e romanticismo. Sposò Anna Schutthess insieme a lei avviò la prima impresa educativa, l’impresa agricola di Neuhof, un istituto per ragazzi poveri che istruiva e preparava al lavoro. 
Da un’educazione tradizionalista dopo anni passano alla teoria educativa di Rousseau. Pestalozzi fu un padre amorevole che seguiva le regole della “lettura dell’Emilio“, insieme alla moglie scrivevano i progressi del figlio su un diario. Il figlio era però affetto da epilessia e presentava difficoltà cognitive e a 13 anni decidono di fargli iniziare la scuola.  Seguendo l’esempio dell’Emilio, Pestalozzi scrisse un romanzo pedagogico, dove racconta la storia di un gruppo di fanciulli di campagna. 
Tutti i personaggi del libro hanno un significato pedagogico:
- IL PODESTÀ rappresenta l’autorità oppressiva
- LEONARDO rappresenta la debolezza umana capace di riscatto a condizione di essere aiutato
La funzione educativa trainante è assolta da Geltrude e poi dal saggio maestro. 
Il buon feudatario incarna il potere politico che sicura dei suoi contadini. 
In questo romanzo corale tra spara l’adesione di Pestalozzi alla visione del dispotismo illuminato. 
Dopo brevi esperienze scolastiche vissute a Stans e a Burgdorf, dal 1805 al 1824 Pestalozzi si dedicò anima e corpo all'istituto di Yverdon,  Che costituì la sua iniziativa scolastica più riuscita. 

IL RUOLO CENTRALE DELLA MADRE

La porto più originale di Pestalozzi riguarda anche il ruolo educativo della madre e il valore degli affetti.  Pestalozzi dedico alla figura materna tre romanzi pedagogici: “ come Geltrude educa i suoi figli“, “il libro delle madri“ e “madre e figlio“. 
Pestalozzi favorire un approccio, per l’educazione, dolce e tenera rispetto all'approccio rigido, quindi profondamente educativo il modello femminile. 
Anche i padri, i maestri, gli educatori dovevano rapportarsi in modo affettuoso verso i bambini. Andò quindi oltre il dato biologico, mostrando l’importanza dell’attaccamento materno per il sano sviluppo emotivo e morale dei figli. 
Una sana relazione con la madre, rimane tale nel tempo, perché il figlio sviluppa la certezza di poter contare su una persona fidata e sicura.
Nell'usare questo metodo di educazione i figli imparano a donarsi agli aiutare gli altri.
Un bambino privo di madre, perché orfano o perché abbandonato, andava perciò incontro a una deprivazione, cioè una carenza affettiva potente e, senza una figura sostitutiva di attaccamento, rischiava da adulto di presentare segni di disagio. Per questo motivo, Pestalozzi era contrario ai brefotrofi ( istituto in cui vengono accolti e allevati i bambini abbandonati) perché luoghi solo di assistenza nei quali non c’era il calore materno: le madri avevano bisogno di strutture apposite che le tutelasse ero, le accogliessero e le proteggessero durante la gravidanza e nei primi mesi dopo  il parto e che poi procurassero loro un lavoro per potersi mantenere, in modo che non fossero costrette ad abbandonare i loro figli in un istituto. Pestalozzi riteneva che anche le madri contadine e analfabete dovessero andare a scuola. Per educare alla moralità non erano necessari studi profondi, ma era imprescindibile saper trasmettere l’amore materno e vivere un ambiente familiare sereno. 

L'EDUCAZIONE MORALE E RELIGIOSA DEL POPOLO

Una necessità secondo Pestalozzi era l’educazione del popolo. Egli riteneva che l’uomo alla nascita non possedeva alcuna morale, ma che l’avrebbe acquisita attraverso una buona educazione. La moralità scaturisce dall'interno dell’uomo stesso, mediante un processo di liberazione dell’egoismo. Lo Stato morale è dunque una conquista, talvolta molto faticosa: dopo la naturalità e la socialità, la moralità si colloca a un terzo e superiore livello. Il raggiungimento della perfezione etica è lo scopo dell’educazione, che è quindi morale. L’educazione di Pestalozzi si basava su una concezione romana: una pedagogia dell’amore e dell’esempio che faceva intuire il bene già ai più piccoli. 
La pedagogia di Pestalozzi invece si basava sullo sviluppo di tutte le facoltà umane, ossia intelligenza, volontà e capacità manuale. Egli dava il primato al cuore, ossia l’educazione morale, il cui fine era il perfezionamento etico.nella sua didattica era fondamentale l’intuizione che veniva applicata principalmente nella matematica. 
Nel 1805 Pestalozzi apri l’istituto di Yverdon, dove diede vita  ad un’esperienza di coeducazione, cioè di educazione impartita in comune, tra allievi poveri e benestanti e mise a punto il proprio metodo, raggiungendo una notorietà di livello europeo. 

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