JOHANN PAUL FRIEDRICH RICHTER E LA FIDUCIA NELL'INFANZIA
Il dibattito illuministico sulle peculiarità dell'infanzia
diede vita a due correnti di pensiero e di ricerca: la prima ispirata ad una
concezione romantica dell'infanzia, interessò soprattutto filosofi, educatori e
uomini della scuola, la seconda invece si sviluppò principalmente in ambito
medico. Johan Paul Friedrich Richter acquisì grande notorietà come scrittore e
romanziere. Autore del saggio educativo "Levana", si contraddistinse
per la sensibilità e per l'empatia che mostrò nei confronti del mondo
infantile. In Richter la filosofia non fu mai disgiunta dalla vena poetica,
infatti in quest'ottica il bambino non veniva solo presentato come la speranza
per il mondo di domani ma era anche il depositario della capacità di guardare
alla realtà in maniera ingenua e ottimistica. Il modello di Richter fu
Rousseau, con il quale condivideva il rifiuto per la pedagogia fatta di norme e
regole precostituite. Egli era convinto che la crescita del bambino avesse
bisogno di condizioni favorevoli che dipendevano principalmente dagli adulti.
Richter oppose alla trattatistica educativa tradizionale la creazione di
un'atmosfera educativa concreta, fatta di situazioni plausibili, attraverso le
quali l'adulto viene guidato alla scoperta dell'infanzia ma anche di sé stesso.
"Levana" è il saggio tramite il quale mira ad una acuta e aggiornata.LA NASCITA DELLA PEDAGOGIA SPECIALE: JEAN-MARIE-GASPAR ITARD
Egli era un medico presso l'istituto per sordomuti di Parigi
e studiò l'infanzia e la sua educabilità in modo originale. L'occasione gli
venne offerta dal ritrovamento del "selvaggio dell'Aveyron", il quale
manifestava solamente bisogni fisici e i suoi affetti erano limitati come le
sue conoscenze. Tramite questo caso egli era convinto di poter rispondere alla
domanda secolare: chi è l'uomo allo stato di natura? Dato che era privo di
parola, Victor (il selvaggio) fu trasferito all'istituto per sordomuti, dove
egli lavorava. Considerato come "idiota" a causa del suo stato di
insufficienza mentale, doveva essere rinchiuso in un ospedale psichiatrico, ma
Itard riuscì a farsi assegnare la custodia del ragazzo. Per educarlo sarebbe
stato sufficiente applicare con lui i metodi della pedagogia sensista e
rousseauiana, trattandolo come un bambino di 10 o 12 mesi, in modo da favorirne
l'integrazione nella società e studiare nel dettaglio il risveglio
dell'attività psichica e affettiva del soggetto. Per conseguire tale obbiettivo
egli elaborò pratiche educative e materiali didattici in grado di suscitarne
l'interesse e di promuoverne significativi progressi. Itard verificò, per la prima
volta nella storia della medicina e della pedagogia, l'impossibilità di fornire
ad un essere umano gli insegnamenti non ricevuti al momento opportuno, ovvero
quelli che permettono un corretto sviluppo psicofisico. Tramite questo caso il
medico concluse che l'uomo allo stato di natura non è perfetto, come aveva
creduto Rousseau, e che l'uomo senza la società e la cultura è un animale
incompiuto. La pedagogia di Itard e Richter contribuì a rendere più ricca e
articolata la conoscenza dei primi anni di vita del bambino, dimostrando che
nell'educazione è riposto il futuro di ogni uomo.
LA TIMIDA MA CRESCENTE PRESENZA A SCUOLA: LE RAGAZZE
Per buona parte dell'età moderna, le donne furono escluse
dall'istruzione e vennero ammesse lentamente con grande fatica. Il modello
comportamentale a cui si dovevano ispirare era quello della donna modesta,
consacrata ad una vita ritirata, dedita ai lavori domestici sotto il controllo
della madre e del marito. Iniziò lentamente a diffondersi la convinzione
dell'utilità, anche per le donne, della lettura e della scrittura. Il luogo per
eccellenza dove avveniva l'educazione delle ragazze era la famiglia e solo le
ragazze più ricche potevano ambire ad un'istruzione superiore ricevuta nei
conventi o negli educandati (collegi femminili aggregati ai monasteri). Le
principali differenze tra educazione maschile e femminile, riguardavano la
durata del percorso scolastico e dalle modalità d'ingresso: dai 4 ai 7 anni per
i ragazzi, 2 anni al massimo per le ragazze che però potevano intraprendere il
percorso in qualsiasi momento, a differenza dei ragazzi che dovevano iniziare
con l'inizio dell'anno scolastico. La lingua volgare prevaleva sul latino ma le
materie più importanti erano quelle legate ai lavori domestici e al ricamo.
Nella vita scolastica cominciarono ad apparire anche maestre laiche che avevano
molti tratti in comune a quelle religiose, ma la loro presenza era indice del
fatto che il mondo era in fase di cambiamento: la scolarizzazione stava
aumentando.
IL DIBATTITO SULL'ISTRUZIONE FEMMINILE
Stavano cominciando a cambiare alcune consuetudini sociali:
le donne della classe medio-alta uscivano di casa, passavano molto tempo con il
cicisbeo, leggevano romanzi e giornali. Restava comunque viva la visione
pessimistica della donna, legata alla teologia, che vedeva la donna come
possibile sorgente del peccato. Nonostante il punto di vista all'avanguardia di
Rousseau, egli aderiva alla visione gerarchica del rapporto uomo-donna di
stampo tradizionale, infatti anche lui riteneva necessario evitare un eccesso
di istruzione della donna che doveva essere istruita in famiglia. Non
differente era il progetto educativo di Filangieri che vedeva le donne escluse
dalle scuole pubbliche in quanto destinate ad essere istruite nelle case
paterne. La figura della donna istruita cominciò ad essere importante anche con
lo scoppio della rivoluzione francese che cominciò a vedere molte donne
occuparsi di politica, e quindi come l'uomo istruito, anche la donna istruita
rappresentava un bene per la collettività.
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