PEDAGOGIA: Un testo per capire

 L'ESPERIENZA NON SI COMPIE NEL VUOTO

L’educazione non può fare a meno dell’esperienza; essa costituisce infatti un continuum nel quale l’uomo è immerso e rispetto al quale sperimenta e misura la validità della conoscenza: il pensiero è tanto più efficace quanto è maggiore la capacità di trasformare l’esperienza.

L’esperienza non si compie semplicemente nell’interno della persona. Essa si svolge lì poiché influenza la formazione di attitudini di desideri e di propositi. Ma non è ancora tutto. Ogni esperienza autentica ha un aspetto attivo che cambia in qualche modo le condizioni obiettive sotto cui si compie l’esperienza. La differenza fra la civiltà e lo stato selvaggio, per prendere un esempio di larga portata, consiste nel grado in cui le esperienze precedenti hanno cambiato le condizioni oggettive sotto le quali sono state compiute le esperienze posteriori. L’esistenza di strade, di mezzi di comunicazione e trasporti rapidi, di strumenti, di attrezzi, di mobilio, di luce e forza elettrica ne sono altrettanti esempi. Se si distruggessero le condizioni esterne della presente esperienza dei popoli civili, la loro civiltà retrocederebbe per un certo tempo allo Stato dei popoli barbari.

In breve, noi viviamo dalla nascita alla morte in un mondo di persone e di cose che in larga misura è quel che è in virtù di ciò che è stato fatto e trasmesso dall’attività degli uomini che ci hanno preceduto. Quando lo si dimentica, l’esperienza la considera come qualcosa che si compia dentro un corpo ed una mente individuali. Non dovrebbe essere necessario dire che l’esperienza non si compie nel vuoto.ci sono fonti dell’esperienza fuori dell’individuo. Essa è costantemente alimentata da tali fonti.

(J. Dewey, Esperienza e educazione, Firenze, 
La Nuova Italia, 1949, pp.27-28)

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